Hit or Miss? Arti’s Review
Bene, ascoltiamo questo... 'Cinematic Desert 3'. Okay, la prima impressione è decisamente atmosferica. È spazio per respirare, no? Il suono centrale è questo evocativo strumento a fiato – quasi un duduk o uno shakuhachi, qualcosa con quella qualità organica e traspirante. Dipinge immediatamente un'immagine e 'deserto' viene decisamente in mente. L'arrangiamento è piuttosto scarso, il che gioca a suo favore, creando questo senso di vastità e isolamento. Armonicamente, è abbastanza statico, affidandosi più alla texture e al timbro per evolvere, il che è una mossa intelligente per questo stile. A livello di produzione, è pulito, forse un po' secco nel riverbero – il che, di nuovo, si adatta all'atmosfera desertica – ma forse un po' più di atmosfera sottile potrebbe aggiungere un tocco di profondità senza perdere quella sensazione arida. Emotivamente, è intrigante. C'è un senso di mistero e forse un accenno di malinconia, ma è più contemplativo che apertamente triste. Per l'uso nei media, lo vedo funzionare magnificamente in documentari, contenuti di viaggio, forse anche in un'ambientazione di gioco per l'esplorazione o momenti più tranquilli. Pensando agli standard del settore, la tavolozza sonora è unica e interessante, decisamente non banale. Per elevarlo ulteriormente, sperimentare con una stratificazione sottile di strumenti simili o forse anche percussioni delicate e materiche potrebbe aggiungere un tocco di interesse dinamico man mano che progredisce. Nel complesso, è un pezzo solido, ben eseguito nella sua semplicità e atmosfera suggestiva. Con una piccola messa a punto nel mix per migliorare la profondità, potrebbe davvero distinguersi nei cataloghi delle librerie. Ha un carattere distinto, che è oro nella musica di produzione.